associazione sportiva

lunedì 24 dicembre 2007

SQUADRA 1° DIVISIONE FIP

In piedi da sx: Mazzacani, Casali, Rossi, Said, Iori, Roveri, Talami, Torelli, Iotti, Cavalli, ( capitano ), Magnani, Farri
in ginocchio : Sfondrini ( allenatore )
L'inizio del campionato è stato negativo come risultati , positivo l'impegno e la grinta di tutti , le vittorie arriveranno , la squadra 1° in classifica nella partita contro di noi è stata a lungo in svantaggio netto poi ha vinto di 3 punti .
FORZA RAGAZZI IL CAMPIONATO INIZIA PER NOI NEL 2008

SQUADRA 2° CATEGORIA CALCIO


in alto da sx : Di leonardo ( vice allenatore ), Cammarano, Burani ( allenatore ), Ricchi, Rivoli, Montagna, Rontani, Braglia, Mfulu, Reggiani, Nasi (allenatore portieri), Campanini ( Dirigente)

in bassoda sx : Borghi, Pecorale, Cerlini, Caprari, Giannotti, Colonna, Iori, Belli, Morsiani, Bellei

Alla fine del girone di andata la squadra con 19 punti è quarta in classifica , è il miglior risultato da quando siamo in seconda .
Nel girone di ritorno ci confermeremo nelle parti alte della classifica

venerdì 14 dicembre 2007

SCUOLA CALCIO E BASKET

Pubblichiamo un articolo sulle scuole basket e calcio e di tutti gli sport, l'autore è un uomo di sport e psicologo il dott. Uberto Fontana .
Questo articolo integra il manifesto sulla scuola calcio e basket della BOIARDO MAER CHE TROVATE NEL SITO

I BAMBINI E LA PRATICA SPORTIVA

Noi mandiamo i nostri figli a scuola-calcio o scuola-basket e ci rassicuriamo che, lontani dalla televisione e dalla playstation, possano dare sfogo a tutta la loro vitalità, vivendo al contempo un grande momento di ricreazione. Ma l'essere parte di una squadra e il partecipare ad un allenamento contengono dentro di sè dei momenti formativi, di scuola, e mentre solo il dono di un talento eccezionale potrà fare del vostro bimbo un campione nello sport, una costante e sorvegliata partecipazione alle attività del gruppo contribuiranno a renderlo una persona rispettosa delle regole e degli altri, socievole, matura.
I bambini giocano tra di loro, l'allenatore-maestro osserva e propone delle cose da fare.
Il maestro non deve essere bravo a spiegare tutto, la sua bravura non è quella.
Il maestro deve lasciare che i bambini incontrino il gioco, facciano esperienza delle loro capacità e delle difficoltà.
Pensate ad un bambino, che sta tutto il giorno a scuola, seduto in classe, con la maestra, quella vera, che gli organizza il tempo. Questo bambino poi viene al campo e trova un maestro che gli dice fai questo e poi quest’altro.
Quando può stare con i suoi coetanei senza che ci sia un grande a dirgli cosa fare?
Nell'allenamento ci devono essere momenti in cui i bambini giocano liberamente e l'allenatore osserva, si prende cura di loro, li consiglia.
Il gioco è il vero maestro.
Il nostro allenatore deve comunicare la meraviglia di questo gioco ai bambini, molti genitori la conoscono, ma se la sono dimenticata essendo diventati grandi.
Il pallone è un gioco serio, come tutti i giochi, perché ha delle regole da rispettare.
Non solo è un gioco a “somma zero”, se uno vince l’altro perde, e questo non piace a nessuno. Se si vuole essere più felici e vincere più partite il pallone ha molte richieste da fare ai bambini. Chiede di impegnarsi, di lottare, di dimenticarsi di sé a favore del gruppo. Chiede il rispetto dell’altra squadra e di tutti quelli che concorrono a poter giocare.
Nel mentre che chiede queste cose, il bimbo è cresciuto, è diventato un ragazzo. Subito giocare è stato come parlare, come esprimersi: io sono così, gioco come sono. Dopo, senza accorgersene, il bambino è cambiato anche dentro.
Questo è il più bel contributo che lo sport può dare alla nostra comunità, perché propone un percorso di crescita. In più, permette di esprimersi. La difficoltà dell'allenatore è lo sguardo che deve avere per ogni bambino, ai bisogni porta con sè. Di cosa ha bisogno come bimbo? Alcuni, i più fortunati, hanno bisogno solo di giocare, altri porteranno il bisogno di dividere, di creare conflitti, porteranno il loro bisogno di essere al centro dell’attenzione. Dipende da che aria respirano a casa, cosa gli succede intorno.
L'allenatore è gia sul campo con i palloni, le sue casacche, i cinesini, aspetta la sua squadra. Non sa cosa porteranno con sè oggi i bambini, se la loro infelicità o il piacere di giocare. Lui è lì disponibile con la gioia che anche lui è riuscito a portare quel giorno. La sua medicina è il suo sguardo accogliente, il suo difendere le regole, e quella palla che rotola e rimbalza.
Dr.Uberto Fontana